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Energia alternativa: la ricerca avanza tra meduse, zollette di zucchero e piastrelle

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L’era dei combustibili fossili sta volgendo rapidamente al termine sotto i colpi dei cambiamenti climatici che rendono sempre più urgente un ripensamento dei modelli di produzione dell’energia per contrastare l’avanzata del riscaldamento globale. Dalle piastrelle piezoelettriche alle zollette di zucchero, passando per le meduse, il calore dei corpi ammassati in una metropolitana e persino le deiezioni canine: la ricerca di nuove fonti di energia non si pone limiti tra progetti già ben avviati e idee che attendono di trovare conferme.

Il calore della metro di Londra e i dance floor piezoelettrici

A Londra, da oltre dieci anni, è stato lanciato il progetto che mira a sfruttare il calore in eccesso prodotto dalla folla presente nelle fermate sotterranee della metropolitana per riscaldare l’acqua domestica. Ad inizio del 2020 l’esperimento era limitato alla Northern Line e al quartiere di Islington, nella zona settentrionale della capitale inglese. Circa 850 abitazioni godevano del riscaldamento prodotto da un sistema di energia e calore combinato a gas, attraverso una rete di condutture di circa 1,5 chilometri.

All’insegna del divertimento-green, invece, l’iniziativa promossa lo scorso decennio dal Club Watt di Rotterdam, in Olanda. La discoteca è stata tra le prime al mondo a sfruttare la voglia di scatenarsi in pista dei suoi clienti per produrre energia. Come? Attraverso le piastrelle piezoelettriche, mattonelle in grado di sfruttare le vibrazioni provocate dal loro calpestio. Ad ogni passo, la superficie infatti si abbassa di pochi millimetri per poi tornare alla posizione originale: una minima vibrazione che viene convertita in energia. Purtroppo, ancora oggi, i costi di tale tecnologia rappresentano un ostacolo non indifferente alla sua diffusione su scala globale.

Amici animali

Dalla Chalmers University of Technology, in Svezia, arriva la ricerca che mira a produrre energia dalle meduse. I ricercatori dell’ateneo di Göteborg hanno infatti scoperto di poter ottenere elettroni dall’esposizione di una particolare proteina estratta da questi animali e poi applicata su elettrodi di alluminio, a raggi di luce ultravioletta. La Green Fluorescent Protein, questo il nome della proteina, è stata identificata per la prima volta nel 1962 dal biochimico statunitense Osamu Shimomura - che per tali ricerche nel 2008 è stato insignito del premio Nobel per la chimica insieme a Osamu Shimomura e Roger Y. Tsien. Per i ricercatori svedesi, questo combustibile biologico potrebbe alimentare micro dispositivi in campo medico.

Negli Stati Uniti, invece, si è pensato di sfruttare al meglio i “ricordini maleodoranti” dei nostri amici a quatto zampe. Il progetto Park Spark, lanciato a Cambridge nel Massachusetts prevede l’installazione in alcuni parchi pubblici di bidoni per la raccolta delle feci canine. Il metano che si sprigiona naturalmente dalle deiezioni, aziona una turbina in grado di produrre elettricità.

Una pausa caffè…energetica

Alla Virginia Polytechnic Institute and State University di Blacksburg, negli Stati Uniti, è stata avviata una ricerca per trasformare lo zucchero in idrogeno e questo, a sua volta, in carburante. Ad oggi viene ritenuto possibile creare pile a idrogeno per computer e smartphone, ma l’obiettivo è quello di riuscire ad alimentare persino un veicolo.

Persino i fondi di caffè possono aiutare nella sfida delle nuovi fonti di energia. Sono allo studio infatti diversi progetti a livello mondiale che mirano a sfruttarli per produrre biogas. Le stime indicano che sia possibile ottenere una produzione oscillante tra i 600 e i 620 Kwh per ogni tonnellata

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