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Transizione elettrica dell'Europa: cosa aspettarci per il 2023?

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Il 2022 si è chiuso con un bilancio più che positivo per le energie rinnovabili: nonostante le difficoltà energetiche e i ritardi nell’approvvigionamento, l’Italia ha installato oltre 3,2 GW di nuova capacità elettrica verde, con un netto distacco dalle performance dell’anno precedente.

È la piattaforma GAUDÌ, gestita da Terna, che dopo il lavoro di raccolta dati sugli impianti di produzione di energia elettrica ha pubblicato le tabelle di consistenza per quel che riguarda eolico, fotovoltaico, idroelettrico e bioenergie.

Attore principale il solare: quasi 2,5 GW di nuovi impianti installati, a raggiungere un totale di 205.806 nuovi impianti e 1.221.045 installazioni complessive in Italia, totalizzando una crescita del +22% in Europa (con vittoria rispetto al gas, che si ferma al 20%).

In seconda posizione, ma comunque importante, il ruolo dell’eolico che ha contribuito alla crescita del settore con 740 MW di nuova capacità grazie a 234 nuove installazioni, raggiungendo il numero di 5.985 impianti per 21.816 MW.

A questi risultati si aggiunge l’idroelettrico, più contenuto a causa delle condizioni meteo poco favorevoli ma comunque positivo: 143 nuovi impianti e 31 MW di capacità contribuiscono a una potenza totale installata di 21.816 MW spalmata su 4.783 progetti.

Fuori dal podio le bioenergie, che purtroppo hanno contribuito in maniera troppo marginale per essere rilevanti; buono invece il numero delle autorizzazioni concesse alle FER (sopra i 7 GW), nonostante la presenza di numerosi vincoli a frenare il comparto.

Restano 800 progetti in attesa di essere presi in esame dalla commissione PNRR-PNEC, molti dei quali sono ancora fermi alla prima fase della verifica a causa della VPIA, Valutazione Preventiva di Interesse Archeologico.

Le speranze per un futuro sostenibile sono concrete, ma servirà agire con determinazione e volontà per decarbonizzare l’Europa e raggiungere gli obiettivi prefissati per il 2030.