Cosa significa nel concreto essere un’azienda sostenibile?
Come abbiamo già visto, il rischio di greenwashing è sempre dietro l’angolo. La tentazione di ridurre il fenomeno a una mera “spolveratina di verde” ad uso e consumo del marketing è purtroppo ancora molto diffusa.
Ad oggi l’attenzione globale si è fatta molto più esigente e precisa nell’analizzare le performance delle aziende, costringendole di fatto a una vera e propria rivoluzione all’insegna dei principi ESG (Environmental, Social, Governance). C’è chi accoglie tale cambiamento abbracciandolo e chi, meno entusiasticamente, si vede “forzato” a farlo. Gli esiti di tali opposti atteggiamenti sono evidenti anche al meno attento degli osservatori.
Per un business piĂą solido e duraturo
La sostenibilità , infatti, non si limita a strizzare l’occhio all’ambiente, ma garantisce una performance di business decisamente più solida, specialmente se si guarda al lungo periodo. Perché è ormai chiaro che non esiste azienda in grado di fare a meno del contesto in cui opera. L’interconnessione è una cifra distintiva dell’attuale epoca e ogni decisione presa dal singolo (inteso come persona o come azienda) determina conseguenze a livello di sistema.
Ecco il motivo per cui, un approccio sostenibile, oltre a incontrare il favore di una gran parte di consumatori sempre piĂą sensibili a questi temi, si rivela una carta vincente per il proprio business. Vediamo ora, in estrema sintesi, quali possono essere i primi passi per diventare sostenibili.
Le basi del processo: coinvolgimento e comunicazione
Di norma, la scelta spetta al management, ma non esiste azienda sostenibile che possa rinunciare all’apporto di ogni singolo dipendente. La condivisione degli obiettivi, quindi, diventa fondamentale. E in questo processo, la comunicazione riveste un ruolo primario: dipendenti ben informati sono infatti in grado di affrontare e promuovere il cambiamento, sentendosi coinvolti in prima persona nel processo e non vivendo la trasformazione come una decisione calata dall’alto o – peggio – imposta. I dipendenti diventano così i primi «ambasciatori» di questo nuovo modello, contribuendo a diffondere la sensibilità a questi temi su larga scala.
Uffici e sedi, per un approccio green
Guardando al concreto, una delle prime azioni per abbracciare la «rivoluzione green» è quella di provare a misurare il proprio impatto sull’ambiente, in un’ottica di efficientamento energetico. Uffici, magazzini, sedi commerciali e spazi produttivi possono rivelarsi dei preziosissimi alleati quando si tratta di ridurre le emissioni o di provare a incrementare la produzione di energia alternativa. Si pensi all’installazione di pannelli solari o anche solamente a sistemi di illuminazione “green” che garantiscono minori sprechi energetici, riduzione dei consumi e interessanti benefici in termini di detrazioni e bonus.
Digitalizzazione e smartworking
L’approccio «paperless», invece, non può mancare in un’azienda che vuole essere al passo con i tempi. Dimenticate vecchi e polverosi archivi o gli scomodi raccoglitori ad anelli: siamo definitivamente nell’era digitale e una buona memoria hardware può contribuire in maniera decisiva sui vostri consumi di carta e ridurre di conseguenza il vostro impatto sul preoccupante fenomeno della deforestazione. Senza dimenticare la comodità di poter accedere a qualsiasi dato o documento da qualsiasi luogo grazie a una semplice connessione Internet.
In attesa che la mobilità alternativa diventi la norma, anche l’organizzazione del proprio parco mezzi e degli spostamenti casa-lavoro può diventare un’importante leva di cambiamento. Si pensi all’impatto dello smartworking, definitivamente affermatosi in questi anni di pandemia, sul sistema dei trasporti e sul traffico: riorganizzare il lavoro dei propri dipendenti, puntando sul risultato invece che sulla mera presenza in ufficio, può rivelarsi vincente non solo per il proprio business, ma anche per l’ambiente.
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