Era il rimedio dei nostri nonni per far fronte alle torride estati. Persiane accostate e tapparelle abbassate per tentare di abbattere un po’ la temperatura tropicale. Condannati a vivere interi pomeriggi al buio in cambio di un po’ di frescura. Un compromesso destinato finalmente ad essere superato. Se state pensando all’installazione di un condizionatore, siete fuori strada.
Qui la “brillante” (è proprio il caso di dirlo) soluzione arriva dal team della NTU (Nanyang Technological University) di Singapore. I ricercatori, nei mesi scorsi, hanno messo a punto una nuova tecnologia destinata a segnare il passo nel campo delle “smart window”, le cosiddette finestre intelligenti, e in grado di regolare la trasmissione di calore senza ostacolare la visuale.
Ambienti freschi, senza rinunciare alla luce esterna
La promessa è di quelle che meritano attenzione: stop al 70% della radiazione infrarossa in entrata, lasciando passare fino al 90% della luce visibile. Il tutto grazie a un nuovo materiale nanostrutturato, composto da una miscela di triossido di tungsteno (WO3), neodimio-niobio (Nb-Nd), biossido di titanio (TiO2) e ossido di stagno (SnO2). Una nuova scoperta nel settore della tecnologia elettrocromica che consente di modificare le proprietà ottiche di un materiale in base a un impulso elettrico.
Proprio come già fanno le classiche smart window, capaci di oscurarsi elettronicamente di pari passo all’innalzamento della temperatura. Una soluzione che riprende l’antico “trucco” delle nonne, con l’inconveniente tutt’altro che piacevole delle stanze o degli uffici bui. Qui invece i tecnici di Singapore sembrano aver trovato la chiave di volta per garantire ambienti luminosi e, al tempo stesso, confortevoli. Il nuovo composito nanostrutturato, infatti, è destinato al rivestimento dei tradizionali vetri di finestre e porte-finestre, con un collegamento in grado di attingere al circuito elettrico dell’edificio. Con un semplice interruttore, si attiva il dispositivo in grado di bloccare i raggi infrarossi provenienti dall’esterno e limitare così il sovrariscaldamento. L’obiettivo dei ricercatori della NTU, per il futuro prossimo, è quello di mettere a punto un sistema di interruttori in grado di controllare il calore proveniente dall’esterno e attivare in automatico il sistema.
Smart window, un esempio
Un notevole passo in avanti rispetto alla soluzione del “doppio vetro”, ma anche alle smart window in biossido di vanadio (VO2), capaci di regolare in modo naturale le temperature all’interno di uno stabile. Questa tecnologia si è dimostrata efficace nel bloccare l’ingresso di calore durante i mesi estivi e nel trattenerlo all’interno nei mesi più rigidi. Con un risparmio energetico superiore del 70% rispetto ai doppi vetri nei mesi estivi e del 45% in inverno. Ma si tratta di una soluzione che si basa sulla capacità di modificare la trasparenza dei vetri ai raggi infrarossi, con l’inconveniente dell’oscuramento degli ambienti.
Celle solari per azionare le veneziane
In tema di smart window, va sicuramente ricordato il prototipo lanciato ormai da anni dal Centro di Innovazione Tecnologica Eni di San Donato Milanese, con l’obiettivo di catturare e convertire l’energia solare in elettricità . Si tratta di un sistema costituito da telai esterni contenenti pannelli di circa due metri e mezzo di superficie con speciali pigmenti luminescenti: l’elettricità prodotta dalle celle solari serve poi a movimentare le veneziane che regolano l’insolazione dell’ambiente. Mentre l’energia in eccesso viene stoccata in batterie che rendono poi disponibile l’elettricità per vari impieghi come le porte USB per le ricariche di cellulari.
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