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Il piano della Commissione Europea per sganciarsi da gas e petrolio russi

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A conquistare i titoli di siti web e quotidiani è stata senza dubbio la notizia dell’obbligo di installazione dei pannelli solari sugli edifici residenziali entro il 2029. Ma il pacchetto di misure RePowerEu presentato lo scorso 18 maggio dalla Commissione Europea, prevede molto altro grazie allo stanziamento di circa 300 miliardi di euro annunciato dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. «Si tratta di circa 72 miliardi in sovvenzioni e 225 miliardi in prestiti» ha puntualizzato la leader europea.

Indipendenza energetica da Mosca in 5 anni

Un’accelerazione nel percorso europeo verso la transizione ecologica, dovuto in primis agli effetti drammatici del conflitto in Ucraina che hanno ulteriormente fatto impennare i costi di gas ed energia, già in aumento negli ultimi mesi dello scorso anno. L’obiettivo dichiarato dalla Commissione è quello di ridurre rapidamente la dipendenza europea dai combustibili fossili russi, arrivando all’indipendenza energetica da Mosca in soli 5 anni.

Le direttrici da percorrere per raggiungere la meta sono tre: 1) accelerazione sulle energie rinnovabili (è prevista anche una semplificazione dei processi autorizzativi); 2) efficienza energetica; 3) diversificazione delle forniture (anche attraverso acquisti congiunti volontari). I costi stimati sono di circa 210 miliardi da qui al 2027. E non sono previsti nuovi fondi, ad eccezione dei 20 miliardi derivanti dalla vendita all’asta delle quote del sistema di scambio di emissioni (il cosiddetto Ets). Infatti, vengono messi a disposizione i 225 miliardi di prestiti ancora non richiesti dagli Stati membri provenienti da Next Generation Eu, il piano d’emergenza avviato per contrastare gli effetti della crisi pandemica Covid-19. Si tratta dei fondi da cui dipendono i vari Pnrr (Piano nazionale di Ripresa e Resilienza). L’Italia ha già chiesto tutti i prestiti del Pnrr e potrà accedere a quelli che non saranno usati dagli altri Paesi Ue, o invece decidere di trasferire i fondi strutturali al Pnrr.

Rinnovabili

Per ridurre la dipendenza dalle importazioni dalla Russia, l’Unione Europea avrà bisogno di aumentare nei prossimi 10 anni l’energia prodotta con il nucleare e il carbone. Ma il RePowerEu punta soprattutto sulle rinnovabili. E se il piano annunciato da Von der Leyen promette una semplificazione delle procedure di autorizzazione e dei vincoli per l’installazione di fotovoltaico sui tetti, il menu comprende anche la creazione di nuove centrali solari ed eoliche. La strategia solare punta a raddoppiare la capacità fotovoltaica europea entro il 2025 e promette di installare altri 600 nuovi GW entro fine decennio. Nel dettaglio, sulla questione del fotovoltaico, il RePower EU prevede che entro il 2026 saranno soggetti all’obbligo tutti i nuovi edifici commerciali e pubblici con un’area utile maggiore di 250 metri quadrati, mentre dal 2027 scatterà l’obbligo anche per gli edifici già esistenti. A partire dal 2029, obbligo infine per tutti i nuovi edifici residenziali.

Efficienza energetica

L’obiettivo europeo della neutralità climatica non va certo in soffitta a causa del mutato contesto geopolitico. La Commissione ha infatti tutta l’intenzione di tener fede agli obiettivi annunciati di tagliare il 55% delle emissioni nette di gas serra entro il 2030 e della neutralità climatica al 2050. Ma il percorso della transizione energetica si fa più irto d’ostacoli, considerando che RePowerEu ora aumenta i target per l’efficienza energetica (dal 9% al 13%) e quelli per le energie rinnovabili (dal 40% al 45%). Guardando a un orizzonte più limitato, invece, la Commissione mira ad abbattere di circa il 5% la dipendenza europea da gas e petrolio russi, seguendo una serie di accorgimenti sui comportamenti quotidiani, sia per industrie che per cittadini.

Diversificazione delle forniture

Se l’obiettivo principe è quello dell’indipendenza energetica da Mosca, la chiave per l’Unione Europea deve essere quella della diversificazione degli approvvigionamenti. Per questo motivo, mirando ad avere un “peso specifico” più importante sul mercato delle materie prime, il piano della Commissione punta alla creazione di una piattaforma per l’acquisto congiunto di gas, gnl e idrogeno per mettere in comune la domanda, coordinare l’uso delle infrastrutture di importazione, stoccaggio e trasporto e negoziare con i partner internazionali. La Eu Energy Platform, questo il nome della piattaforma, dovrebbe così ridurre a zero la concorrenza interna che rischia di rallentare ogni processo di diversificazione.