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Efficienza energetica: risparmio in bolletta con le serre bioclimatiche

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L’occhio inesperto potrebbe confonderle con delle semplici verande. Ma queste caratteristiche strutture dalla superficie (spesso) trasparente, sono un vero e proprio sistema di riscaldamento passivo che sfrutta l’energia solare. Stiamo parlando delle serre bioclimatiche, conosciute anche come serre solari.

Il progresso all’insegna dell’efficientamento energetico non conosce pause. Come abbiamo già visto, l’era delle smart windows può dirsi ufficialmente iniziata. Ma l’energia solare è una valida alleata anche quando si parla di serre, come abbiamo intenzione di dimostrare in questo articolo. Meglio chiarire sin da subito il concetto: qui non parleremo di strutture studiate per la coltivazione di agrumi e ortaggi. Pur se l’origine di questa tecnica richiama certamente la tradizione dell’architettura dedicata alla “coltivazione domestica”, si tratta in realtà di un raffinato strumento in grado di consentire un risparmio di circa il 20% nelle bollette di luce e gas, nei mesi invernali.

Le caratteristiche tecniche

In concreto, si tratta di uno spazio vetrato addossato oppure incorporato a un edificio in grado di ridurre gli scambi termici tra l’esterno e l’interno sia nei mesi estivi che in quelli invernali. Una sorta di “equilibratore” capace di riscaldare gli ambienti interni nei mesi più freddi dell’anno e di rinfrescarli durante i periodi più caldi. Un sistema in grado di mitigare gli impatti del clima circostante, all’insegna dell’efficienza energetica. Per una definizione tecnica di serra bioclimatica è sconsigliato addentrarsi nelle pieghe della normativa perché ogni Comune ha stilato definizioni e procedure di realizzazione con limiti e condizioni differenti da caso a caso. Esistono però alcuni tratti comuni che consentono di fissare alcune delle caratteristiche primarie delle serre bioclimatiche.

In primis, la superficie della serra non può occupare oltre il 15% della superficie dell’edificio. Inoltre, la serra non deve avere né impianti di riscaldamento né di condizionamento. L’esposizione, poi, deve essere compresa nell’angolo sud-est/sud-ovest dell’edificio. E ultimo, ma non certo in ordine di importanza, è l’aspetto della certificazione energetica: è necessario infatti il calcolo del guadagno energetico svolto da un professionista che deve certificare il reale beneficio in termini di risparmio energetico (circa il 10% del fabbisogno di energia). Con tali specifiche, si capiscono i motivi per i quali, di norma, la serra viene identificata come volume tecnico (a differenza della veranda) e non richiede autorizzazioni edilizie particolari. Vale poi la pena affidarsi a un professionista anche per valutare la possibilità di accedere a particolari incentivi come Superbonus 110% o Ecobonus 65%.

Tre differenti tipologie

Come detto, il vantaggio principale di una serra bioclimatica è correlato al taglio dei consumi energetici e delle spese relative grazie alla capacità di influenzare il riscaldamento e il raffreddamento degli edifici principali ad essa correlati. Esistono tre macrocategorie di serre: 1)a guadagno diretto; 2)a scambio convettivo; 3) a scambio radiante.

Nella prima tipologia, molto spesso possono essere previsti divisori trasparenti e regolabili tra la serra e l’interno e non sono previsti muri di separazione. Il rischio, però, è quello delle dispersioni e molta attenzione va riservata all’isolamento delle superfici vetrate della serra durante i mesi invernali.

La serra a scambio convettivo prevede una superficie verticale opaca per separarla dall’edificio principale. Su tale superficie, normalmente, sono previste apposite aperture necessarie allo scambio per convezione, regolabili. È proprio su tale parete che viene sistemato l’isolamento.

Nell’ultima tipologia, quella a scambio radiante, si utilizza una parete pesante come divisorio in grado di accumulare calore e cederlo quando l’ambiente interno dell’edificio principale si raffredda. Il muro però, non deve essere isolato: meglio prevedere una coibentazione mobile da sistemare sul lato esterno della parete durante le ore notturne, per ridurne le dispersioni.

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